Mountain bike Piemonte - Le vs. esperienze | ||
Giro del Gran Tournalin | ||
di Bottalo Giuseppe | ||
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Può essere effettuato in giornata, ma
richiede di possedere un ottimo allenamento e condizioni di tempo
stabile anche perché una delle componenti principali di questo giro è
sicuramente quella ambientale e panoramica. Con mezza giornata in più
a disposizione si può pernottare al confortevole rifugio del Gran
Tournalin, e se si ha più tempo a disposizione, si può cercare di
raggiungere già il primo giorno Cheney e cercare una sistemazione in
una delle pensioncine di questo caratteristico villaggio. Non serve molto indicare la difficoltà dell’itinerario e il tempo impiegato in quanto ritengo che a differenza di una scalata su roccia dove per portare a termine una determinata salita è necessario essere in grado di superare un determinato grado di difficoltà tecnica, in questi itinerari la capacità di un cicloescursionista di restare in sella sia in salita che in discesa in maniera inferiore rispetto ad un altro non pregiudica la possibilità di realizzare questo tour, mentre pur rimanendo importante un buon allenamento di fondo, l’esperienza, ed un equipaggiamento completo, conta sempre più di tutto avere la passione di vivere e conoscere la montagna attraverso la bicicletta. Provato il 30-31 luglio 2006 con Asti A. e Mazzucchelli G. Localita' di partenza: St. Jacques frazione Blanchard (Val d’Ayas) Sviluppo: inferiore ai 40 Km Dislivello in salita e discesa: 2250 mt. Ciclabilita' in salita: 80/90% a seconda delle capacità Ciclabilita' in discesa: 85% Difficolta’: impegnativo, OCA Tempo necessario: circa 10 ore Cartografia: 1:50000 Carta dei Sentieri e Rifugi N° 5 Cervino e Monte Rosa Noi abbiamo effettuato l’itinerario in due giorni, raggiungendo il Rifugio del G.Tournalin nella tarda mattinata del primo giorno in poco più di un’ora e mezza di risalita da Blanchard per la comoda stradina a fondo naturale, solo un po’ più impegnativa per pendenze nell’ultimo km, e dedicando il pomeriggio per fare l’escursione alla vetta del Gran Tournalin (foto1 - foto2 - foto2bis). Il giorno dopo si inizia subito la giornata con la risalita bici al fianco verso il Colle di Nana (m 2775) ben visibile dal rifugio. Il sentiero inizia un tornante sotto il rifugio subito dopo l’alpeggio e il tratto centrale che presentava il superamento di una breve barriera rocciosa è stato ora addolcito con la posa di gradini di pietra (foto3). Dal colle molto panoramico, da una parte sul Monte Rosa e dall’altra sul Gran paradiso e tante altre montagne della Val d’Aosta, si inizia una discesa in sella alla bicicletta fino a costeggiare un laghetto oltre al quale una breve risalita porta al colle Fontanette con bella vista sul Cervino, e in primo piano su tutto il gruppo Roisette -Tournalin (foto4 - foto5). Una lunga discesa non sempre in sella alla bicicletta, e seguendo le indicazioni che si trovano lungo il percorso, porta alla conca di Cheneyl (foto 6). Si attraversa tra le case di questo grazioso e caratteristico villaggio abitato tutto l’anno ma non ancora raggiunto da una strada, prendendo come riferimento dopo aver attraversato verso dx il torrente Cheney su un ponte, una ripida rampa sterrata che porta sotto una chiesetta e che dopo con due ripidissimi tornanti in discesa arriva al parcheggio dove termina la strada asfaltata che sale da Valtournanche. Si segue questa strada in discesa per alcuni km fino a incontrare una ripida strada inizialmente asfaltata che si stacca sulla dx. Questa strada pur con tratti molto ripidi è ancora ragionevolmente pedalabile (pendenze massime tra il 22 e il 26%); guadagna rapidamente quota e raggiunge gli ampi ripiani all’altezza dell’arrivo dell’ovovia, e lasciando sulla dx la chiesa alpina Madonna della Saletta. Più avanti si continua a seguire una strada non sempre o ancora segnata sulle cartine che serve anche come strada di servizio a camion e betoniere e altri mezzi per i lavori che si stanno effettuando al colle infer. delle Cime Bianche (foto7). Dopo un tratto ancora abbastanza pedalabile e aver lasciato un ultimo bar sulla sx, la parte finale per raggiungere il Colle offre alcune rampe veramente sostenute per pendenze dove per un ciclo escursionista “normale” e anche stanco è quasi impossibile tentare di farle in sella (in questo ultimo tratto pendenze sempre intorno al 30% con punte oltre il 35%). Il Colle delle Cime Bianche doveva essere un luogo bellissimo, attualmente è un mostruoso cantiere, dove in nome dello sci si sta attuando uno scempio ambientale ingentissimo e trovo strano che a tutt’oggi nessuna associazione ambientalista abbia preso posizione per quanto sta succedendo lassù! (foto8) Anche rintracciare il sentiero di discesa, in mezzo a questo cantiere è cosa difficile; si segue in discesa la strada del cantiere che passa alta su uno dei laghi, e poi dal centro della testata del vallone si seguono tracce di sentiero, allargandosi più avanti abbastanza verso sx per prendere il sentiero principale n 6. Il vallone di Courtod è un vallone lunghissimo, ampio e fortunatamente ancora ambientalmente integro. E’ molto verde per i numerosi corsi d’acqua che lo attraversano alimentati dai ghiacciai che scendono dal Plateau Rosà. Si resta in sella attraversando belle praterie, e scendendo solo per qualche divertente guado o in prossimità di brevi salti morenici dove il sentiero diventa più ripido e accidentato (foto9 - foto10). Si perde poco dislivello e dopo un lungo tratto quando si arriva all’Alpeggio del Mase siamo ancora vicini ai 2400 metri di altitudine. Più avanti si incrocia un primo bivio per il bivacco Città di Mariano, più avanti ancora forse non sono sicuro di essere ancora sul sentiero migliore, un po’ perché distratti dalla stanchezza e un po’ perché incalzati da un temporale che si sta avvicinando (foto11). Comunque penso di aver seguito il sentiero che passa prima nelle vicinanze dell’Alpe Varda, e poi a quella di Ventina, e quando arrivati sul crinale in prossimità dei limiti della pineta abbiamo preso per riferimento sulla parte opposta della valle un sentiero che parte poco sotto all’Alpe di Courtoz, facilmente individuabile perchè parallelo alla caratteristica e lunga canalizzazione delle acque del Courtod . Per raggiungerlo puntiamo in basso ad un Alpeggio dal tetto nuovo (Alpe Gemma) e raggiunto il fondo del vallone attraversiamo su un ponte di legno il Courtod e risalito un prato siamo su questo sentiero. Dopo un lungo tratto molto scorrevole nella pineta questo sentiero termina ad un Alpeggio che è servito da una stradina, seguendo la quale per poche centinaia di metri ci si ricollega alla strada che sale al rifugio Tournalin e quindi si ritorna al punto di partenza. |
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