Siamo partiti da Cervinia, e
così abbiamo toccato tutte le principali località di montagna di
questo massiccio, anche se in base alla propria zona di provenienza
non cambia nulla partire da una valle piuttosto che da un'altra.
Questo è un giro molto più adatto ad essere effettuato con la
bicicletta di quanto si può pensare, e tutto sommato non è troppo
difficile e impegnativo, ma per le quote raggiunte e gli ambienti
attraversati è indispensabile oltre ad un buon allenamento, un
equipaggiamento idoneo e completo in quanto i cambiamenti di tempo
possono essere repentini, e anche una perturbazione marginale può
avere effetti molto intensi (una settimana dopo il nostro passaggio,
sul Passo Moro sono caduti 30 cm di neve fresca). Dal punto di vista
alimentare non ci sono problemi: solo per la Tappa del Turlo bisogna
avere qualcosa di più al seguito, mentre per le altre tappe, oltre a
tutto quanto si può trovare nelle cittadine visitate, ci sono sempre
rifugi e ristorantini di montagna.
Per sicurezza nella 2a tappa che prevede la discesa del ghiacciaio
c’era stata consigliata la corda: per questo motivo a seguito
avevamo una corda di 30 m e ogni componente aveva con se un
moschettone e un rinvio, attrezzatura che però viste le buone
condizioni del ghiacciaio e di come l'abbiamo attraversato non è
stata utilizzata!
Il giro così come viene descritto è un giro “base” che si fa in 5
giorni e in base alle condizioni meteo, di forma e allenamento ogni
tappa può essere allungata o accorciata alle proprie esigenze. Per
renderlo ancora più spettacolare, l'ideale sarebbe avere a
disposizione almeno un paio di giorni in più e sdoppiare sul
versante svizzero la lunga tappa Colle Teodulo-Passo Moro, inserendo
la variante alta del “Balfrinalp”, che pur essendo considerato un
itinerario classificato “estremo” per l'escursionista, (ha tratti
molto esposti, a volte scavati nella roccia, ponti sospesi, ma anche
lunghi sentieri di solito pianeggianti che costeggiano i
caratteristici canali irrigui d'alta quota degli svizzeri), potrebbe
riservare piacevoli sorprese ed emozioni ai bikers, oltre ad
eccezionali panorami.
Inoltre in questo giro intorno al Monte Rosa bisognerebbe riuscire
ad evitare del tutto l'utilizzo d’impianti di risalita sia in
discesa sia in salita, cosa non impossibile e fatto in questo modo
sono sicuro che alla fine darà ancora maggior soddisfazione.
Per concludere non solo un “grande” giro, con viste emozionanti
(indimenticabile e consigliabile a tutti almeno una volta nella
vita, quella del Cervino dal Versante svizzero), ma è anche un
viaggio nella cultura dei “walser”, popolo leggendario, primi
colonizzatori delle alte valli del M. Rosa, definiti popolo
“estremo” perchè seppero adattarsi alla difficilissima vita su
queste montagne, spostarono milioni di pietre, tagliarono centinaia
d’alberi, con il legno si proteggevano dal freddo, impararono a
costruire arnesi e attrezzi e le loro caratteristiche abitazioni,
diventando oltre ad allevatori, abilissimi artigiani. I sentieri del
Colle del Teodulo, Turlo e Moro erano le loro normali vie di
comunicazione per spostare il bestiame, fare lo scambio di merci e
per mantenere unità culturale e linguistica tra le piccole comunità
sparse intorno al Massiccio. Durante questo giro non mancheranno le
occasioni per ammirare esempi di questa stupenda architettura “walser",
che testimonia indiscutibilmente il profondo e intimo rapporto che
questo popolo ha vissuto con la montagna!
Purtroppo a tutto questo si contrappone e stride l’alterazione che
molti ambienti in questi ultimi decenni hanno e continuano a subire
con la costruzione di grandi comprensori sciistici, con impianti di
risalita che si spingono sempre più in alto per favorire la pratica
dello sci nella stagione invernale e del turismo nella stagione
estiva; alcuni degli antichi sentieri sono anche spariti e solo per
Tappa del Turlo poco è cambiato rispetto al passato, forse è solo un
po’ più impregnata di storia, e se sarà la tappa più faticosa e meno
ciclabile del giro non farà rimpiangere quelle più comode servite da
impianti, perché lascerà emozioni e ricordi molto più profondi!
Provato dal 29 Luglio al 2 Agosto 2007 con Asti A. e Lingua A.
TAPPA 1: CERVINIA -
RIFUGIO TEODULO
Dal piazzale alto di Cervinia,
dove partono gli impianti di risalita per Plan Maison, si prende la
stradina che parte sulla dx degli impianti e che dopo alcuni tratti
in ripida risalita va a costeggiare alta la sponda settentrionale
del lago del Goillet ( foto
1a - foto 1b); poi
dopo aver passato nelle vicinanze dell'intermedia della funivia di
Cime Bianche e del lago omonimo (foto
2) procede in mezzo a una pietraia morenica, a collinette
con ciclabilità discontinua, e punta verso quella che era l'isolata
Cappella Bontandini, ora invece stretta nella morsa di recenti
impianti. Per gli ultimi 300 metri di dislivello per raggiungere il
Colle e il Rifugio del Teodulo bisogna spingere o portare la bici a
spalla, per tracce di sentiero o risalendo più direttamente per
nevai. Al rifugio si è patita solo un po' la carenza d'acqua nei
servizi, non c'era troppo affollamento, abbiamo mangiato bene ed il
panorama che si gode da lassù è veramente grandioso! (foto
3 -
foto 3a).
TAPPA 2:
RIF. TEODULO - ZERMATT – STADEL - SAAS FEE - MATTMARK - P.SO MORO -
RIFUGIO OBERTO
E’ il tappone del
tour e inizia con la discesa del ghiacciaio sulla pista di sci
estivo del Teodulo.
Anche se il ghiacciaio è in buone condizioni e la discesa si
effettua su una pista da sci, i gestori non possono fare a meno di
consigliare di legarsi in cordata. La pista era stata battuta la
sera precedente e anche se nella notte una veloce e marginale
perturbazione aveva portato un po' di neve, le condizioni e la
temperatura sembravano ideali.
E' stata mia grande sorpresa vedere i miei compagni partire sicuri
in sella già dal colle ancora nella parte più ripida (foto
4), tra lo stupore degli altri
alpinisti alle prese con corde, imbragature, ghette, picca e
ramponi. Sembrava facile, e, in effetti, l'importante è non
lasciarsi prendere troppo dalla velocità (foto
5). Solo nella parte bassa, in
prossimità della stazione dello Stockness, la neve era più allentata
e in certi tratti le ruote affondavano un pochino (foto
6). Dallo Stockner, inizia un
sentiero/mulattiera ben ciclabile nella parte alta, un po' meno in
quella centrale e di nuovo totalmente avvicinandoci alla verde conca
di Zermatt. In tutta la discesa il panorama è dominato da una parte
dal sempre più elegante profilo del Cervino (foto
7), mentre dall'altra si gode un'ottima vista sulle vette
del versante settentrionale del Massiccio del Rosa. Nei punti
panoramici privilegiati di solito c'è una comoda panchina rossa, per
godere meglio di queste visioni (foto
8).
Arrivati in prossimità della conca di Zermatt come sentieri non c'è
che l'imbarazzo della scelta, evitando però di fare quelli al cui
inizio c'è il divieto specifico per le biciclette (foto
9).
Zermatt a me è sembrata unica: l'atmosfera che si respira qui non è
paragonabile a nessuna altra cittadina delle Alpi che ho visitato! A
Zermatt si può arrivare solo con il trenino o con mezzi pubblici
ecologici. Nella città però il traffico è comunque caotico per gli
innumerevoli mezzi elettrici che circolano sia per il trasporto
delle persone che delle merci. Ma ciò che più mi ha colpito è quanta
gente passeggia, cammina per Zermatt e nei suoi d'dintorni! Più che
uno “stile” di vita, sembra una necessità spirituale interiore che
riguarda tutti. Bisognerebbe fermarsi qui per qualche giorno per
capire meglio e spiegare le mie sensazioni ma invece la nostra sosta
a Zermatt dura poche decine di minuti...
Anche parte della valle di Zermatt è chiusa al traffico veicolare
regolare e così scendendo verso valle si attraversano in
tranquillità i tipici villaggi di Tash Randa, S. Nicolaus dove
spiccano subito all'occhio particolari e curiose soluzioni
architettoniche, oltre ai cimiteri che in questi villaggi si trovano
sempre quasi in posizione centrale e con le tombe tutte uguali con
dei bei crocifissi scolpiti in legno; danno molto di più un senso di
serenità e di minor distacco da chi ci ha lasciato rispetto ai
nostri cimiteri.
La valle è molto distesa sul lungo e anche con un paio di brevi
risalite, di cui l'ultima in prossimità del bivio per Grachen da
dove parte la variante del “Balfrinalp” che purtroppo per mancanza
di giorni a disposizione non possiamo prendere in
considerazione.
Prima di Stadal (m 900 circa), alla rotonda all'ingresso del paese,
prima di attraversare il ponte si prende a dx per la Valle di Saas
Fee.
Questa è un'altra lunga valle rinomata per alcuni importanti centri
di villeggiatura: la prima parte è un po' monotona, non si guadagna
molto di quota; solo dopo qualche km da Saas Almagell la strada
comincia a salire più decisa con alcuni tornanti per raggiungere e
terminare allo sbarramento del Lago Mattek (foto
10 - foto 10a).
L’ambiente diventa nuovamente grandioso e pur non avendo riferimenti
visivi diretti, ci si sente dominati dalla natura e si percepisce,
ad attraversare queste zone, un senso di pericolo.
Il periplo del lago è una passeggiata frequentata che non richiede
più di un'ora, ma l'itinerario più agevole con la bicicletta è
continuare costeggiando la sponda dx per una stradina a lievi sali e
scendi e un paio di brevi gallerie scavate nella roccia.
Alla testata del lago si raggiunge il bivio palinato con indicazioni
per il passo Moro h 2.30.
Nella prima parte il sentiero risalendo un aperto valloncello è
comodo, poi a metà percorso dopo aver attraversato un ripiano erboso
inizia a risalire per un versante roccioso e detritico, diventando
molto più malagevole e il trasporto a spalla della bicicletta è
quasi d'obbligo.
Raggiunto il colle, si sale ancora poche decine di metri per
raggiungere la grande statua dorata della Madonna delle Nevi che ci
aspetta a braccia aperte; una decina di minuti più sotto scendendo
inizialmente delle rugose placconate che qualche bikers ha già sceso
in sella alla bicicletta, si raggiunge il Rifugio Oberto.
Il rifugio sorge in una zona non particolarmente bella come posto,
molto occupata da sfasciumi e con a poca distanza la stazione di
arrivo della funivia da una parte, e di uno skilift dall'altra!
Anche qui alla sera non c'è particolare affollamento: la vera
attrattiva di questo posto, è che è uno dei miglior belvedere per
vedere l'alba sulla parete Est del Monte Rosa, considerata la più
alta delle Alpi (foto 11).
TAPPA 3 :
RIF. OBERTO - MACUGNAGA - COLLE DEL TURLO - ALAGNA
Oggi ci aspetta la tappa meno
ciclabile e più faticosa del Giro: Il Colle del Turlo!
La discesa in sella alla bicicletta dal Rifugio Oberto a Macugnaga
non sembra possibile, o meglio consigliabile anche se a sentir dire
dagli addetti agli impianti qualcuno la fa tutta in sella alla
bicicletta, ma qui secondo me non si tratta più di essere solo buon
biker-ciclo-alpinista, ma qualcosa di più. Penso che sia come
consigliare di salire il Bianco per il Pilone centrale: si può fare
ma non è di sicuro alla portata di tutti!
Noi abbiamo preso il biglietto solo per la discesa del primo
troncone in quanto a sentir dire dal simpatico gestore dell'Oberto
la discesa dall'Alpe Bill (m 1700) a Macugnaga (1327) fosse bella,
facile e interessante.
In effetti la foresta che si attraversa è molto bella come ambiente,
ma la discesa per la mulattiera lastricata e rocciosa è già troppo
tecnica per i nostri gusti e non ci ha permesso di scendere in sella
sinceramente più del 15% dello sviluppo e del dislivello totale. A
Macugnaga dopo una sosta in un bar pasticceria si scende per un paio
di km sulla statale fino al ponte per la frazione Borca, oppure come
abbiamo fatto noi già attraversando prima sul lato opposto della
valle. A Borca avendo un piccolo dubbio sull'itinerario da seguire
abbiamo fatto l'errore di chiedere informazioni alla gente del posto
per raggiungere il Lago delle Fate in Val Quarazza. Ci hanno visto
con le bici e fatto salire non per la strada normale che seguono le
automobili ma per una larga mulattiera selciata, che sicuramente per
il fondo e le pendenze ha richiesto qualche sforzo in più! Raggiunto
il lago delle Fate la stradina continua poi in piano fino alle
miniere d'oro abbandonate (m 1365). La ciclabilità in salita per
oggi è terminata, e per sentiero si inizia la risalita della
lunga Valle. Più avanti si attraversa su un ponte di legno il Rio
Quarazza, e si continua a salire con moderata pendenza lungo il
fianco della valle.
Lasciato alle spalle l'Alpeggio La Piana, nelle cui vicinanze c'è
una grossa croce in legno, il sentiero incomincia a salire molto più
decisamente con numerosi tornantini in mezzo ad un’alta vegetazione
sul versante destro orografico ed è questo l'unico tratto in cui si
fatica un po' con la bicicletta al fianco. Più in alto il
sentiero-mulattiera, in ambiente più aperto, diventa però di nuovo
molto più agevole e con un lungo mezzacosta arriva sopra al Bivacco
Lanti (m 2150). Adesso la mulattiera è davvero larga: tutta
lastricata e con regolari e ampi tornanti continua a salire verso
l'alto. Più in alto ancora si entra in una zona più rocciosa e
desolata: i tornanti (tantissimi) sono sempre più stretti, e spesso
sorretti da muri in pietra. Questa mulattiera costruita dal Genio
Militare Alpino sul finire degli anni '20 è un'opera titanica che
merita tutto il nostro rispetto. Alla fine si raggiunge Il Colle del
Turlo che è uno stretto intaglio roccioso che si affaccia da una
parte sulla Valle Quarazza-Anzasca ( foto
12) e dall'altra parte sulla Val Sesia. Era un colle in
passato frequentato dai mercanti e anche dai briganti e fu per
questo motivo per un certo periodo presidiato ed addirittura
ostruito per rendere difficile il passaggio. Fortunatamente la
mulattiera sul versante opposto sembra ciclabile almeno in discesa,
anche se i tanti detriti che occupano la sede il più delle volte
obbligano a un preciso gioco d'equilibrio sui lunghi cordoli”
lastricati (foto
13). Si scende cercando di stare in
sella il più possibile. Più in basso si passa nelle vicinanze di
alcuni alpeggi (foto
14), poi la mulattiera entra nella
pineta e in alcuni tratti per asperità e ostacoli naturali bisogna
scendere dalla bicicletta. Poco prima del bivio per il Rifugio
Pastore la mulattiera diventa un larga strada lastricata. Abbiamo
deciso dopo 2 giorni di pernottamenti in quota nei rifugi di
scendere ad Alagna e affittare una camera in centro per avere
l'opportunità di darci una bella ripulita di cui cominciavamo a
sentire la necessità.
TAPPA 4:
ALAGNA – P.SO SALATI - STAFFAL - P.SO DI BETTAFORCA - S. JACQUES –
RIF. TOURNALIN
Ad Alagna, non ci siamo fatti
mancare niente, a partire dalla pensione scelta, all’ottima cena in
un ristorante del centro e l'abbondante e varia colazione del giorno
dopo. Purtroppo invece la giornata meteorologica di oggi sembra un
po' uggiosa: siamo immersi in nebbiose nuvole motivo per cui non ci
importa più di tanto di ricorrere agli impianti per il passo dei
Salati.
Alla biglietteria ti chiedono quante discese vuoi fare o se vuoi
fare l'abbonamento e quando spieghi che desideri solo salire per
scendere dall'altra parte ti senti rispondere che è vietato! Allora
cominci a capire che le montagne non sono più di tutti e che nei
comprensori sciistici solo dove puoi salire in funivia con la bici
poi puoi anche scendere! In ogni caso dal passo dei Salati in giù
verso il Gabiet nessuno ti fermerà o farà delle osservazioni, salvo
penso solo nel caso di lavori in corso di una certa entità o
pericolosità!
La nuova funivia per il Passo dei Salati, in particolare il secondo
troncone ha elevata capacità e automazione, e bisogna stare attenti
a non passare nei girelli di accesso con la bicicletta, come ha
fatto uno di noi, per non rimanere incastrati con la medesima e
bloccare tutto!
Nella risalita, pochi metri sotto il colle, sbuchiamo
improvvisamente sopra un mare di nubi e la giornata si rivela di
nuovo splendida. La discesa dal Passo dei Salati al Gabiet-Staffal
lungo stradine di servizio o per piste da sci non ha storia ( foto
15): qualcuno la trova anche monotona,
purtroppo con gli impianti e le piste da sci sono spariti gli
antichi sentieri, comunque anche se qui l'ambiente non è più quello
di una volta il panorama è sempre molto esteso e interessante sul
Rosa (foto 16)
e su tante altre montagne della Val d'Aosta. Raggiunta Staffal non
conviene neppure prendere il primo troncone per il Bettaforca visto
il breve dislivello che copre e che sul secondo troncone da S. Anna
non portano su le bici! La seconda parte per le pendenze si riesce a
far poco in sella alla bicicletta ma essendo abbastanza diretta
richiede poco più di un'ora (foto
17). Dal Passo di Bettaforca, oltre al
panorama si ha la veduta sul percorso da seguire in discesa e di
quello che sarà in risalita sul versante opposto della Valle per
raggiungere il Rif. Tournalin (foto
18).
Si può scendere seguendo la tranquilla stradina, oppure per un più
divertente sentiero che segue la dorsale sotto una seggiovia più
sulla dx. Più in basso tenendo sempre la destra si arriva al Rifugio
Ferraro e Guide di Frachey (foto
19).
Dai Rifugi per scendere sotto, l'itinerario più agevole è quello di
tornare indietro per un tratto e continuare a scendere per stradine
o piste fino a Champoluc. A noi è stato consigliato il sentiero che
dai rifugi continua in leggera salita verso destra entra nella
pineta e porta verso il Pian di Verra. Non è nuovamente molto
ciclabile almeno per le nostre capacità, poi una volta incrociata la
strada del Pian di Verra, non ci sono più problemi.
Si scende velocemente per questa stradina fino ad un incontrare con
le prime abitazione anche il ponte sul Verra che permette di
iniziare la risalita sul versante opposto per una pista silvo
pastorale chiusa al traffico non autorizzato che senza forti
pendenze (foto
20), salvo
nell’ultimo km, raggiunge ll Rifugio del Gran Tournalin poco sopra
l'omonimo alpeggio.
TAPPA 5 :
RIF. G. TOURNALIN - COL DI NANA - CHENEY – MAD.NA DELLA SALETTA -
CERVINIA
La prima parte dell'itinerario
è ben visibile dal rifugio: si scende fino al primo tornante e
subito dopo l'alpeggio si trova il sentiero che sale con un largo
semicerchio verso il colle, superando nella parte alta una breve
barriera rocciosa ora facilitata dalla posa di alcuni larghi gradini
di pietra. Dal colle in sella alla bicicletta si scende fino a
costeggiare un piccolo lago oltre il quale una breve risalita non
ciclabile nella parte finale per la pendenza, porta al colle delle
Fontanette da dove si gode nuovamente la vista del Cervino, e in
primo piano su tutto il gruppo Roisette-Tournalin. Una lunga
discesa, a tratti non ciclabili per il sentiero non troppo buono
porta verso la conca di Cheneil. Si raggiunge il grazioso abitato
dopo aver attraversato nell'ultima parte una bella foresta. Da
Cheney si passa in mezzo alle case ( foto
21), e attraversato sopra un ponte il
Cheney si punta a una ripida rampa sterrata sopra la quale c'è una
chiesetta, dopo con due ripidissimi tornanti in discesa si giunge al
parcheggio dove arriva e termina la strada asfaltata dal fondo
valle. Si segue la stradina in discesa continuando a perdere quota
fin verso i 1750 m dove si stacca sulla dx in salita una ripida
strada inizialmente asfaltata che sale con alcuni tornanti e rampe
dalla forte pendenza a fondo naturale verso Madonna della Saletta!
Dopo la Chiesetta, più avanti si tralascia un primo bivio per il
colle Roisetta e si continua fino a quello di Cime Bianche Inf. e
arrivo dell'ovovia (foto
22).
(Da Cheney consiglierei di prendere in
considerazione la variante per il sentiero balcone: si mantiene alta
senza perdere dislivello e si ricongiunge a questo itinerario sopra
Madonna della Saletta; ciclabilità solo al 50% ma sicuramente più
panoramica, non si perde dislivello e si impiega più o meno lo
stesso tempo! - Info e dati: Pierricardone).
Al bivio dell’ovovia (c'è c’è anche un
bar) si prende la traccia inizialmente erbosa che parte sulla dx
della medesima e si seguono le indicazione del sentiero 107, che
dopo una discesa verso un gruppo di baite, prima di raggiungerle
risale a dx, con un breve tratto non ciclabile per superare una
dorsale, attraversa una zona prativa molto umida e si ricollega a
una pista pastorale, che serve alcuni alpeggi. Si continua per
questa pista con un percorso dominato sempre dalla grande vista del
Cervino (foto
23) ed ai bivi che si incontrano si
seguono ora sempre le indicazioni per il n°18. Si arriva così alla
vecchia “decouville” e seguendo il suo percorso (foto
24) fino al
suo termine ci si ricongiunge alla pista che sale da Cervinia verso
il Lago Goillet e Cime Bianche Sup. fatta il primo giorno!
Con molta emozione qui si chiude l'anello, rimane solo una ripida
discesa che ci ricorda la fatica e gli sforzi fatti in salita il
primo giorno, per cercare di rimanere in sella il più possibile, e
si rientra a Cervinia!
|
|
TABELLA RIEPILOGATIVA
GIRO DEL MONTE ROSA
DESCRIZIONE: |
Q./P |
Q./A |
DISL.+ |
DISL.- |
KM. |
H. |
CICL |
DIFF, |
Cervinia - Lago Goillet |
2015 |
2535 |
520 |
- |
3,60 |
1,30 |
70-100% |
BC/OC |
L.
Goillet - Interm. Fun. C. Bianche |
2535 |
2820 |
285 |
- |
2,10 |
0,35 |
70-100% |
BC/OC |
Funivia C. Bianche - Capp. Bontandini |
2820 |
3040 |
220 |
- |
2,60 |
0,55 |
90% |
BC+/E |
Capp.
Bontandini – Rifugio Teodulo |
3040 |
3320 |
280 |
- |
1,60 |
0,45 |
0 |
E |
TOTALE TAPPA 1: |
|
|
1305 |
- |
9,90 |
3,45 |
|
OC- |
Rifugio Teodulo - Trockner Steg. |
3320 |
2940 |
|
-380 |
3,30 |
0,30 |
100% |
BC/EA |
Trockner Steg - Arrivo Stazione Furr |
2939 |
2330 |
|
-610 |
3,20 |
0,45 |
85% |
BC+ |
Arrivo Fur r- Zermatt |
2330 |
1630 |
|
-700 |
5,80 |
0,40 |
95% |
BC/MC |
Zermatt - Stadal/Bivio V.le di Saas Fee |
1630 |
890 |
50 |
-790 |
27,10 |
1,10 |
100% |
TC |
Bivio
-Sass Almagell |
890 |
1680 |
790 |
|
16,10 |
1,55 |
100% |
TC |
Sass
Almagell - Diga lago Mattmark |
1680 |
2200 |
520 |
|
7,20 |
1,10 |
100% |
TC+ |
Diga
lago Mattmark - Bivio sentiero |
2200 |
2230 |
30 |
|
2,50 |
0,15 |
100%
|
TC+ |
Bivio
sent. - Passo Moro - Rif. Oberto |
2230 |
2785 |
555 |
-80 |
3,30 |
1,35 |
0 |
EE |
TOTALE TAPPA 2: |
|
|
1945 |
-2560 |
68.50 |
8,00 |
|
BC/EE |
Rifugio Oberto - Part..funivia - Alpe Bill |
2785 |
1730 |
|
-1055 |
0,15
2,60 |
0,10
0,10 |
|
funivia |
Alpe Bill - Macugnaga - Borca |
1730 |
1195 |
|
-535 |
4,65 |
1,00 |
15%
100% |
OCA/CT |
Borca
- Lago delle Fate - Miniere d’oro |
1195 |
1375 |
180 |
|
3,00 |
0,40 |
100% |
BC+/MC |
Miniere - Passo del Turlo |
1375 |
2738 |
1365 |
|
6,70 |
4,30 |
5% |
E |
Passo
del Turlo - Bivio Rif. Pastore |
2738 |
1650 |
|
-1090 |
5,60 |
1,20 |
85% |
BC+/OC |
Bivio
Rif.Pastore - Alagna Val Sesia |
1650 |
1195 |
|
-455 |
4,70 |
0,20 |
100% |
BC/CT |
TOTALE TAPPA 3: |
|
|
1545 |
-1055
-2080 |
2,60
24,80 |
0,10
8,00 |
|
BC+/E |
Alagna - Staz. Passo dei Salati |
1195 |
2935 |
1740 |
|
6,05 |
0,20 |
|
funivia |
Passo
Salati - Lago Gabiet - Staffal |
2935 |
1830 |
|
-1105 |
8,20 |
0,45 |
100% |
MC |
Staffal - St. S. Anna – Colle di Bettaforca |
1830 |
2610 |
320
430 |
|
3,40
2,80 |
0,35
1,10 |
30% |
MC
OC/E |
Colle
di Bettaforca - Rif. Ferraro/Frachey |
2620 |
2080 |
|
-560 |
4,00 |
0,45 |
100% |
MC |
Rif. Ferraro - Biv. P. Verra - Biv.
G. Tournalin |
2080 |
2040
1750 |
30 |
-360 |
1,20
1,60 |
0,20
0,15 |
30%
100% |
OC
MC |
Bivio
- Rifugio Gran Tournalin |
1750 |
2600 |
850 |
|
9,00 |
1,40 |
100% |
MC+ |
TOTALE TAPPA 4: |
|
|
2060
1310 |
-2025 |
6,05
30,20 |
0,20
5,30 |
|
MC+/E
OC-/E |
Rif.
G. Torurnalin - Cle Nana - C.le Fontanette |
2600 |
2700 |
240 |
-115 |
3,00 |
1,10 |
25% |
E/BC |
C.le
Fontanette - Cheneil |
2700 |
2090 |
|
-610 |
3,00 |
0,45 |
85% |
BC+ |
Cheneil - Bivio per Madonna Saletta |
2090 |
1750 |
30 |
-370 |
4,40 |
0,25 |
100% |
MC |
VARIANTE ALTA: Cheneil - Mad.
Saletta Dati e info:
Pierriccardo |
2090 |
2200 |
300 |
-100 |
4,00 |
1,30 |
50% |
BC |
Bivio
- Madonna della Saletta - Arrivo funivia |
1750 |
2280 |
530 |
|
4,90 |
1,10 |
100% |
BC+ |
Arrivo funivia - Biv. Cime Bianche - Cervinia |
2285 |
2015 |
150 |
-300 |
10,00 |
1,30 |
100% |
BC |
TOTALE TAPPA 5: |
|
|
950 |
-1405 |
25,30 |
5,00 |
|
BC |
TOTALE GIRO DEL ROSA: |
|
|
2060
7055 |
-1055
-8070 |
9,65
158,70 |
0,30
29,35 |
|
OC-/E |
I dati
inseriti nella tabella sono stati ricavati quasi tutti dai
dati GPS, registrati durante il giro; i tempi sono quelli
effettivi, soste e pause escluse; i dati in
viola si riferiscono a quando
abbiamo utilizzato impianti di salita o discesa. Per la
classificazione delle difficoltà: TC = Facile, MC = medi
ciclisti, BC = buoni ciclisti, OC = ottimi ciclisti. Quando
non è pedalabile è abbinata una difficoltà escursionistica: E
(facile con bici al fianco), EE (richiede il trasporto a
spalle), EA = facile ma richiede la capacità di sapersi
muovere in un ambiente alpino di alta montagna. |
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