Impegnativo giro ciclo-escursionistico intorno
a questa bella montagna a cavallo tra la Val Pellice, il Queyras e
la Val Germanasca. Da non sottovalutare perché il dislivello e lo
sviluppo sono notevoli e la percentuale di ciclabilità in salita è
bassa. Il tratto più impegnativo e non ciclabile tra il Col Abriès e
la P.ta Fiunira è ripagato dalla bellezza dei luoghi attraversati.
Viene di solito più effettuato una volta raggiunto il Col d’Abriès,
con discesa su Prali e risalita al colle Giulian; in questo modo
diventa più “ciclabile”, ma il dislivello da coprire arriva così a
superare i 3000 metri!
Questo giro così come descritto, l’ideale invece sarebbe
suddividerlo in due giorni con tappa al Rifugio Lago Verde,
abbinando al secondo giorno anche l’escursione a piedi alla vetta del Bric
Boucie (foto 0) e magari
terminarlo in bellezza con la variante di discesa sull’Alpe Crosenna
(raccomando il nuovo agriturismo)!
Da prendere in considerazione la possibilità di effettuarlo in
senso inverso: in questo modo una volta raggiunto il Colle Abries,
si rimane quasi sempre in sella sia in salita che in discesa fino
nuovamente al punto di partenza con considerevole incremento della
percentuale di ciclabilità!
Localita' di partenza: Villanova m 1220 (Val Pellice)
Sviluppo: c.ca 50 Km
Dislivello: c.ca 2700 m
Ciclabilita' in salita: 38% (62% in senso inverso)
Ciclabilita' in discesa: 87% (84% in senso inverso)
Difficolta’: impegnativo (OCA)
Tempo: 9 - 11 ore
Provato il 27 Agosto 2006 con Alberto, Antonio, Franco, Lucio,
Luigi, Marco, Cecilia, Silvia e Teresa
Da Villanova si risale quella che anni fa
doveva essere una piccola pista silvo-pastorale alla Conca del Prà e
che invece anno dopo anno diventa sempre più larga e sempre più
percorsa da un maggior numero di autoveicoli, ma la cosa più
inconcepibile è che le autorità locali, la comunità montana non
fanno nulla per arginare questo fenomeno, anche per il solo rispetto
verso quei tantissimi escursionisti che frequentano e hanno nel
cuore questa valle.
Raggiunta comunque la sempre bella Conca del Prà, si prende il
sentiero che parte dietro le due case sulla sx prima della Ciabota
risalendo la storica mulattiera che in parte conserva ancora le sue
originarie caratteristiche con il sentiero nella pineta in alcuni
tratti selciato nella roccia. Salvo brevi tratti si fa tutta la
risalita con la bici al fianco, mentre in senso inverso offre
sicuramente una interessante discesa ciclabile al 100%. Al colle
oltre una croce di legno c’è ancora la vecchia costruzione che era
adibita a posto di dogana sul confine (foto
1).
Subito poco oltre il colle, il sentiero di discesa si biforca. Per
motivi logistici, anche se il sentiero di sx che scende a l’Echalp
dopo i recenti lavori di manutenzione offre forse una discesa più
piacevole, seguiamo quello di dx che porta a la Monta e che si fa
tutto in sella alla bicicletta (foto
2 - foto 3).
Raggiunta la Monta (m 1650) per la strada asfaltata di fondo valle
si prosegue per Ristolas, Arbrie e le Roux, che si raggiunge dopo
una decina di km. Si attraversa tutto il paese proseguendo poi per
una stradina a fondo naturale che dopo aver lasciato sulla dx una
Cappella si biforca (foto 4).
Si prende per la stradina che parte in forte salita a dx e che dopo
con andamento più regolare contorna i limiti nord occidentali del
bosco di Mamozel, ed entra nel vallone del Col San Martin, che si
risale sul lungo permettendo così quasi sempre di restare in sella
fin verso i 2200 (foto 5),
poi per l’ultima parte bisogna spingere la bici al fianco fino al
Colle Abriès (m 2658 - foto 6).
Per raggiungere il Rifugio, si evita di seguire le indicazioni sul
colle che invitano a risalire la cresta (foto
7); si scende invece per sentiero sul versante Germanasca
perdendo dislivello fino ad incontrare una stradina seguendo la
quale in sella alla bicicletta si arriva al Rifugio (foto
8).
Una sosta al rifugio per recuperare un po’ d ‘energia è necessaria,
anche perchè il tratto successivo che porta al colletto della Gran
Guglia, non è lungo, ma è molto ripido e non offre alternative al
trasporto della bici in spalla (foto
9). Dal Colletto si scende in sella alla bici passando
vicini al traliccio metallico che sorregge la campana (foto
10). Si continua ancora a scendere per un tratto con un paio
di tornanti, e tenendo sempre la mulattiera di dx con un lungo
regolare diagonale in risalita si arriva su un ampio e panoramico
crestone in prossimità di un ricovero militare in rovina sulla dx
della P.ta Cerisira (foto 11).
Ci si abbassa sul versante opposto per un sentiero in alcuni tratti
un po’ in rovina contornando i salti sommitali della P.ta Cerisira e
si va verso il colletto tra quest’ultima e la P.ta Fiunira e senza
necessariamente dover raggiungere anche questa vetta si taglia
ancora per tracce di sentiero verso dx fino a raggiungere una zona
meno detritica e più pascoliva dove si può tentare di iniziare a
scendere in sella alla bicicletta (foto
12). Dall’alto si prendono come punti di riferimento i due
colletti del Bancet a sx dove arriva una stradina da fondo valle, e
quello del Col Content servito da sentiero sulla dx.
L’Alpeggio Bancet non è visibile dall’alto perché sormontato da un
salto roccioso che bisogna quindi evitare tenendosi un po’ più sulla
dx. La discesa avviene senza percorso obbligato per pascoli e
valloncelli dal fondo irregolare con tante piccole gibbosità erbose
e se non fosse per la stanchezza potrebbe anche essere divertente.
Serve un po’ d’intuito e di fortuna, per indovinare il percorso
migliore; se s’intende scendere a Crusenna, senza dubbio conviene
stare più possibile sulla dx. Raggiunto l’Alpeggio di Bancet (foto
13), dove è possibile acquistare formaggi e altri prodotti
tipici degli Alpeggi, la discesa per raggiungere il fondo valle non
offre più problemi. Seguendo la strada di servizio all’alpeggio, si
tocca dopo un lungo traverso la Colletta Faure e poi con una lunga
discesa con alcuni tornanti anche molto ripidi (foto14),
in meno di 8 Km ci si ricollega alla strada che collega Villanova al
Prà e si ritorna al punto di partenza. |
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