A due passi da Torino
Sacra di San Michele v2024
straighten 28 km
trending_up 806 m circa
access_time 3,5 ore
sort Difficoltà: medio
event tutto l'anno salvo neve o dopo piogge.
update Effettuato il 29 dicembre 2024. Prima versione 25 Marzo e 5 Aprile 2001.
map I.G.C. 1:50.000 n. 17
warning la strada di accesso alla Sacra di San Michele è consentita solo ai pedoni (oppure bici a mano) per cui si utilizza un sentiero parallelo con obbligo sempre di fare bici al fianco i pochi metri che rimangono per raggiungere il Sepolcro dei Monaci (). Prudenza in presenza di pietre sul sentiero (parte centrale del sentiero dei Principi e in quello tra il villaggio Primavera e Tetti Colombo).
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Descrizione: dal 1994, una legge regionale ha riconosciuto la Sacra di S. Michele quale monumento simbolo del Piemonte, «per la sua storia secolare, per le testimonianze di spiritualità, di ardimento, d'arte, di cultura e l'ammirevole sintesi delle più peculiari caratteristiche che può offrire del Piemonte, nonché per la sua eccezionale collocazione e visibilità». Narra la leggenda che il vescovo ravennate Giovanni Vincenzo, fatto poi Santo, si ritirò a vita eremitica sul vicino Monte Caprasio e volle qui edificare un'oratorio in onore dell'arcangelo Michele. Senonché, durante le ore notturne, il materiale utilizzato per la realizzazione dell'opera spariva misteriosamente. Una notte d'insonnia, Vincenzo vide una schiera di Angeli attorniati da colombe, prelevare il materiale e depositarlo sul rilievo situato sul lato opposto della valle: il Monte Pirchiriano (allora chiamato Porcariano) dove sorge la Sacra. Lo stesso Arcangelo, comparso all'improvviso, indicò a Vincenzo il luogo dove dovesse sorgere il tempio. Oggi esso è identificabile con la più grande delle cappelle situate nella cripta dell'attuale Chiesa. L'Abbazia sorse sul finire dell'anno Mille, per iniziativa del nobile alverniate Hugon de Montboissier, detto "lo Scucito", in seguito ad un voto fatto per espiare i propri peccati. La guida venne affidata ai monaci benedettini. Negli anni seguenti, furono realizzati una Chiesa (che inglobò le cappelle esistenti), il Vecchio Monastero ed una Foresteria al servizio dei numerosi pellegrini e viaggiatori. Nel XII sec., venne costruito un imponente basamento che consentì di ampliare l'area sulla cima del monte ed ospitare una Chiesa più grande, eretta distruggendo gran parte di quella preesistente. Si provvide altresì a cingere gli edifici con possenti muraglie che fecero assumere al complesso l'aspetto di una fortezza. A quei tempi, l'abate Stefano, per incrementare il prestigio del monastero, chiese il trasferimento delle spoglie di Giovanni Vincenzo dal luogo ove era morto (Celle) all'Abbazia. Accadde che il mulo con il quale venne effettuato il trasporto, giunto ai piedi della mulattiera, si intestardì e, nonostante le percosse, si rifiutò di proseguire. Si decise allora di collocare le reliquie del Santo nell'attuale chiesa parrocchiale di S. Ambrogio, a lui dedicata, dove sono conservate tuttoggi. Sotto l'influsso dei Savoia, seguì un periodo di decadenza e declino che culminò, nel 1622, con la soppressione dell'Abbazia da parte di Papa Gregorio XV. Dopo i danni causati dai saccheggi e dai cannoneggiamenti operati dai Francesi, fu per i iniziativa di re Carlo Alberto che l'Abbazia acquistò nuova vita: nel 1836 vennero insediati i Padri Rosminiani che ne sono gli attuali custodi. La Regione Piemonte sta attualmente finanziando una serie di lavori di consolidamento che coinvolgono la Torre della Bell'Alda e le rovine del Monastero Nuovo, gravemente danneggiati da un terremoto con conseguente smottamento del terreno. Per ulteriori informazioni o per prenotare una visita vi invito a consultare il sito www.sacradisanmichele.com. Il percorso si interseca all'altezza della borgata Mortera formando due anelli. Quello a quota inferiore si percorre in sento orario, l'altro in senso antiorario. Dal piazzale parcheggio, ci si avvia verso l'antico nucleo monastico di S. Bartolomeo. Le poche costruzioni, oggi adattate ad uso civile, attorniano un cortile centrale sul quale si affaccia anche una chiesetta romanica con campanile mozzo, dedicata al Santo, oggi sconsacrata e risalente all'XI secolo. Giunti presso alcune cascine contigue si va a sinistra seguendo una stradina campestre che porta alla ex torbiera di Trana, un tempo occupata dal quarto dei laghi morenici di Avigliana. Alcuni scavi eseguiti in quest'area hanno portato alla luce interessanti fossili animali e tracce di insediamenti preistorici. Davanti a voi la sagoma del Monte Pietraborga, ai piedi del quale si erge il campanile del Santuario di S. Maria della Stella. Raggiunto un capannone, si sale a destra alla borgata Udritto. Da qui, ancora a destra, si percorre tutta la via Coazze. Confluiti sull'asfaltata per borgata Cordero, alla prima curva, si tira dritto su sterrata sino ad un crocicchio dove si svolta a destra tagliando poi fuori la borgata Battagliotti. Giunti alla provinciale per Giaveno, si procede di fronte sulla strada Benna Bianca-Mortera. Quando questa termina, si scende a destra affrontando subito una curva oltre la quale il fondo diventa nuovamente sterrato. Superata la cascina Morelli, la strada si restringe. Ad un quadrivio, si lascia la strada sulla destra che scende al villaggio Primavera e a sinistra si raggiunge il pilone Gran Turna. Si continua a destra verso il campeggio San Michele, all'inizio del quale, si tiene il sentiero sulla sinistra che porta alla strada per Mortera. Si procede ora in salita sempre su asfalto sino al Colle della Croce Nera. Quando arrivate alla frazione S. Pietro si consiglia di compiere una breve deviazione per ammirare la cappella dedicata a Nostra Signora di Fatima. Dal Colle della Croce Nera si imbocca il sentiero parallelo alla strada di accesso alla Sacra raggiungendo il Sepolcro dei Monaci, ovvero le rovine di una cappella cimiteriale millenaria dedicata a Santo Stefano anche se un'ipotesi più recente e plausibile vedrebbe in esse una riproduzione del Santo Sepolcro. Conviene rientrare da qui (proseguendo su un vialetto acciottolato si raggiungerebbe la porta d'ingresso della Sacra di San Michele, detta di Ferro o dell'Asino in quanto era il punto dove dovevano essere lasciati i quadrupedi, dove si è comunque costretti a fermarsi). Per il ritorno si ripercorre nuovamente la antica mulattiera sino al piazzale sul colle della Croce Nera. Scesi per un centinaio di metri in direzione Avigliana, si svolta sul largo "sentiero dei Principi" (cartello), così chiamato essendo il cammino seguito nel 1826 per traslare le salme di 22 principi e principesse di casa Savoia dal Duomo di Torino all'Abbazia (oggi conservate nella cripta all'interno di grossi sarcofagi in pietra). Con alcuni saliscendi si arriva nei pressi della Punta dell'Ancoccia (un'esile traccia facoltativa consente di raggiungere il vicino rilievo, molto panoramico, dove è presente una tavola d'orientamento). Segue un tratto in ripida discesa piuttosto accidentato (ciclabilità difficile) che viene detto "dell'Emme" per via della forma descritta da alcuni tornanti. Raggiunta la cascina Pogolotti, si avanza sulla sterrata proveniente dalla frazione Mortera. Qui si continua sulla "via dei Pellegrini" raggiungendo l'ex convento francescano oggi conosciuto come Certosa1515 in quanto ristrutturato ed adibito a struttura ricettiva. Si procede sulla strada di accesso e, dopo il primo tornante, si prende il sentiero che scende alla via Sala. Si continua a sinistra per poche decine di metri e poi si taglia il prato su traccia per raggiungere la strada dell'andata. Si segue di fronte il sentiero (ripido solo all'inizio) finchè si incrocia la strada asfaltata con la quale si scende al villaggio Primavera. Lo si attraversa tutto seguendo il viale dei Tigli e poi a sinistra si guadagna la Provinciale. Si scende per poco e poi si percorre il sentiero sul lato opposto che riporta nuovamente alla Provinciale. A questo punto si risale brevemente l'asfalto per poi seguire la strada per Tetti Colombo e Girba. Alla rotatoria si va a sinistra sulla SP190 e, prima della successiva curva, si va a destra sulla stradina che porta a Pera Forca. Al bivio che segue si tiene la sinistra portandosi sull'estremità settentrionale del lago Piccolo dove seguendo la pista ciclabile che corre parallela alla SS589 si rientra al parcheggio di partenza.
lago piccolo di Avigliana
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Ultimo aggiornamento: 30 dicembre 2024
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