Valle di Susa
Grange Pendente
directions_car da Susa si seguono le indicazioni per il Rocciamelone. Superato Urbiano, si lascia la deviazione per Seghino e quindi, dopo aver affrontato un paio di tornanti, si parcheggia l'auto nei pressi di una curva, su uno spiazzo situato qualche metro al di sotto della chiesa Madonna dell'Ecova (pressi ripetitore).
straighten 16,94 km (solo andata)
trending_up 1400 m circa (1210 andata + 190 ritorno)
access_time 6 ore (ritorno incluso)
sort Difficoltà: difficile
equalizer asfalto 7,71 km (46%) - sterrato 9,23 (54%)
event da maggio a settembre
update Effettuato il 19 e 26 maggio 2002
map I.G.C. 1:50.000 n. 2 Valli di Lanzo e Moncenisio
map GIF
Descrizione: azzerare il ciclocomputer in corrispondenza dello sterrato di accesso alla chiesa. Seguire l'asfalto in discesa e, dopo due tornanti ravvicinati, oltrepassare il ponte sulla destra seguendo le indicazioni per Seghino (0,49). Superato l'oratorio di S. Pietro (1,25 - fontana) si perviene a Seghino Superiore dove la strada diventa a fondo naturale (1,44). Oltre la borgata Ercossi (3,08) prestare attenzione a deviare per Periere (3,90 - a destra). Lasciata una deviazione sulla sinistra (4,17), con una serie di tornanti, si raggiunge la strada asfaltata ex militare Susa - Pampalù - La Riposa che si segue in salita (5,84). Al primo tornante (8,21) uno sterrato consente di raggiungere la Batteria Paradiso (m 1245), opera risalente alla fine del 1800, preceduta dai ruderi di un baraccamento (la visita è facoltativa e quindi non conteggiata). Superata la borgata Alpini (9,08), presso un tornante, lasciamo la direzione per Ca' d'Asti e prendiamo invece la sterrata per il Forte Pampalù (12,11). Questo era formato da due batterie, la Inferiore (raggiungibile seguendo la prima traccia che si incontra sulla sinistra - 12,32) e la Superiore, piu importante come dimensioni e numero pezzi, nonché sede del comando, oggi rovinata putroppo dall'installazione di alcuni ripetitori. La Batteria Superiore è preceduta dalle rovine di baraccamenti e di una caserma che, su due piani, poteva ospitare oltre 300 soldati. Suggeriamo di dare un'occhiata all'opera, preceduta da un monumentale portale (un tempo accessibile mediante ponte levatoio) e dalla polveriera. L'armamento era costituito da 6 cannoni e 2 mortai (questi ultimi collocati su una piazzola più elevata rispetto agli altri pezzi), in grado di battere l'importante via di comunicazione con il Moncenisio. Nel 1915 venne disarmato per dar man forte al fronte austriaco mentre, al termine della guerra, venne destinato a deposito di esplosivo. E fu proprio allora che un'esplosione accidentale, nel 1920, lesionò parte dell'opera, provocando anche due morti ed alcuni feriti. Durante la seconda guerra mondiale vi operarono i cannoni da 149/35 della 208a Batteria G.a.F. (Guardia alla Frontiera). Il nostro cammino continua sulla pista con sbarra (12,57), segnalata dal cartello in legno del "Sentiero dei 2000", che collega il Trucco con il Moncenisio. È questa la parte piu impegnativa dell'itinerario: la strada alterna infatti alcuni saliscendi, purtroppo molto pronunciati e dalle pendenze spesso disumane, che costringono ad un'immane fatica, sia all'andata che al ritorno. A chi riesce a stare sempre in sella, tanto di cappello... anzi di casco! Si lasciano un paio di deviazioni meno marcate sulla sinistra (14,56 Sentiero dei Monaci e 15,62) e, oltre il guado di un grosso corso d'acqua (16,29), si perviene infine alle Grange Pendente (16,94). Il magnifico panorama spazia sulla val Cenischia, il Moncenisio, lo Chaberton. Se si è fortunati si può incontrare anche qualche camoscio che fuggirà non appena si accorgerà della nostra presenza. Per il ritorno si segue a ritroso la strada dell'andata oppure, se si ha fretta, si può decidere di passare per Braida (vedi cartina).
S. Pietro (borgata Seghino)
il panoramico sterrato iniziale
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Ultimo aggiornamento: 25 ottobre 2024
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