Valle di Susa
Punta Melmise
Croce Chabriere (m 2203)
straighten 18,98 km
trending_up 990 m circa
access_time 3,5 ore
sort Difficoltà: difficile
equalizer asfalto 3,17 km (17%) - sterrato 15,81 (83%)
event da giugno a settembre
update Effettuato il 1 e 8 luglio 2001
map I.G.C. 1:25.000 n. 104 BARDONECCHIA MONTE THABOR SAUZE D'OULX
map GIF
Descrizione: l'itinerario utilizza, per la salita, una panoramica strada militare realizzata alla fine degli anni '30 per accedere alle numerose opere della importante linea difensiva posta lungo la dorsale che dalla Cima del Vallone discende lungo la Roccia Verde e la Costa Crossiere per poi proseguire oltre la Punta Melmise. La linea era composta da numerose postazioni del tipo "7000", alcuni centri di fuoco, la batteria B2 (sulla cima della Melmise), ricoveri ed altre costruzioni logistiche aventi come obiettivo il controllo del vallone del Frejus. Putroppo le opere, o meglio quel che ne rimane, sono in gran parte non visibili senza sganciarsi dal percorso stradale. La metà inferiore della militare si trova in buone condizioni essendo stata sistemata di recente mentre quella superiore presenta tratti saltuari con pietre che possono creare qualche problema. La pendenza media si aggira tra il 10 e l'11%. Dalla stazione (0 km) ci portiamo verso il monumento dedicato a Giuseppe Francesco Medail, una piramide in granito con la sua effige in bassorilievo, sormontata da un'aquila in bronzo, posto lungo la via omonima (0,16). Venne eretto nel 1881 su iniziativa della sezione di Susa del Club Alpino Italiano che aprì una sottoscrizione pubblica per ricordare l'ideatore del Traforo Ferroviario del Frejus. Nativo di Bardonecchia, fu Commissario di Dogana e poi impresario dedito alla costruzione di strade e ferrovie. Dedicò la sua vita a studiare e promuovere la realizzazione di un collegamento su rotaia per unire il Piemonte e la Savoia (allora non ancora annessa alla Francia), profondamente convinto della sua importanza. Il tracciato ideale doveva soddisfare alcuni criteri: essere il più breve possibile, i due ingressi non dovevano trovarsi a quote troppo elevate per evitare i problemi dovuti all'innevamento, la pendenza che il treno poteva affrontare doveva essere contenuta entro il 3%. Medail individuò il tracciato che soddisfava tali requisiti e sottopose i suoi progetti più volte al Re Carlo Alberto ma questi non ebbero per il momento un seguito. Dal monumento affrontiamo il sottopasso della linea ferroviaria. All'incrocio che segue si svolta a sinistra lungo la via Sommeiller (0,43 - indicazioni per Rochemolles). Grazie all'impulso di Camillo Cavour, ardente sostenitore dell'idea di Medail, Germano Sommeiller ottenne, insieme agli ingegneri Grattoni e Grandis, la direzione dei lavori di quello che sarebbe diventato il primo traforo delle Alpi. Essi misero a punto un nuovo tipo di perforatrice, derivata da quella Bartlett, che, utilizzando l'aria compressa al posto del vapore, permise di incrementare notevolmente la velocità di avanzamento degli scavi. Lasciata la deviazione per Millaures / Gleise (0,58), si incontra l'apertura Sud del traforo. In realta si tratta di una galleria di raccordo avente lo scopo di proteggere i convogli dalla caduta massi. L'opera venne iniziata nel 1857 e completata nel 1870, inizialmente su un solo binario. La lunghezza è oggi di 13.657 metri, considerando anche i raccordi agli imbocchi. Per fare un confrontro, quello stradale, parallelo per circa 2/3 al precedente, fu realizzato in soli 6 anni (1973-1979) ed ha una lunghezza di 12.870 metri. Passati sulla sponda opposta del torrente di Rochemolles, continuiamo a risalirlo (1,07). Transitati sotto l'autostrada del Frejus, si raggiunge un ponte, realizzato con assi di legno e recante un cartelllo di divieto di accesso, che andiamo ad attraversare (1,75), abbandonando la direzione per il rifugio Scarfiotti / Colle Sommeiller. Si continua su fondo sterrato affrontando un primo tornante. Circa 200 metri oltre questo, si ignora una prima deviazione sulla destra per poi prendere quella adiacente (2,53 - ponte). La pendenza comincia ad accentuarsi mentre i tornanti, sorretti da possenti terrapieni la cui solidità, a distanza di oltre 60 anni, ci lascia stupiti, si susseguono numerosi. Poco prima dei ruderi della stazione intermedia della teleferica Difensiva - Punta Melmise, si lascia a sinistra una pista che verrà utilizzata al ritorno (6,11). La stazione a valle della teleferica non è oggi più visibile in quanto il luogo dove era ubicata è occupato dal piazzale del Frejus. Arrivati al sentiero per la croce Chabriere (9,92), si prosegue verso il grosso pannello di un ripetitore oltre il quale la strada degenera. Si è costretti a fermarsi presso un piccolo slargo (10,35): da qui il sentiero diventa infatti piuttosto esposto. Si torna indietro raggiungendo la croce Chabriere (11,00), dalla quale si domina tutta la conca di Bardonecchia. Dopo una meritata pausa in cui vi divertirete a riconoscere i rilievi dei dintorni (citiamo tra tutti lo Jafferau ed il Colomion con i loro famosi impianti sciistici), si segue a ritroso il cammino finora percorso sino al bivio nei pressi dei ruderi della teleferica, dove si svolta a destra (15,04). Raggiunta la strada proveniente dal Borgo Vecchio si procede in discesa (15,53). La pendenza media del 20% di questo tratto (non osiamo pensare ai valori di punta) obbliga ad effettuare il giro nel senso di percorrenza qui descritto. Arrivati alle Grange Vernets, incontriamo la cappella di San Bartolomeo (16,20) e numerose fontane. Ignorate le due deviazioni sulla destra per Gr. Chaffaux / Pian delle Stelle (16,17 e 17,02), si tocca le Gr. la Moutte, guadagnando il ponte sul torrente Merdovine (17,59 - fine sterrato), ormai ai margini dell'abitato. Tra le case notiamo l'antico campanile romanico della parrocchiale di S. Ippolito, edificata sulle rovine del vecchio tempio di S. Maria ad Lacum (così chiamato perché si specchiava sul lago che occupava un tempo la piana di Bardonecchia) e, poco fuori le abitazioni, i resti della Torre d'Amont, antica dimora dei Visconti di Bardonnèche. Si scende per via Modane sino ad incrociare la via Medail (18,08) con la quale rientriamo alla stazione (18,98).
Punta Melmise (m 2310)
un tratto della militare
Segnalazioni
Igor C.: a maggio 2018 l'accesso al ponte che conduce all'inizio della militare è ancora interdetto per lavori al tunnel.
M. Rostagno: trovato ingresso del ponte in legno per salire alla Melmise bloccato per lavori della galleria Frejus. L'avviso indica chiuso da marzo 2012 fino al 2015.
A. Dentis: situazione al 26/06/07. La prima parte su sterrato (da ponte su torrente fino ad arrivo 1° troncone teleferica) è di fatto abbandonata, con erba alta (>1 m) e strada a volte completamente "scomparsa". O il comune di Bardonecchia fa qualcosa o la strada diventa davvero impercorribile. Inoltre il fondo sta diventando sabbioso, con i copertoni che letteralmente affondano! Da quota 1700 si spinge fino in punta. La seconda parte, fino alla punta, è in migliori condizioni, anche se il fondo originale è compromesso. Erba alta, ma almeno il tracciato è sempre visibile. Discesa con variante verso Gr. la Moutte: brrrr, meno male che i freni a disco han tenuto. L'odore di ferodo era fortissimo, la pendenza pure! Conclusione: ciclabile fino a quota 1700, poi si spinge, a volte si risale, ma non per molto. Gita molto bella e selvaggia, discesa per chi ha una bella full suspended. Se però il comune non fa qualcosa, nel giro di un paio d'anni la strada è destinata a sparire!
M. Rostagno: trovato ingresso del ponte in legno per salire alla Melmise bloccato per lavori della galleria Frejus. L'avviso indica chiuso da marzo 2012 fino al 2015.
A. Dentis: situazione al 26/06/07. La prima parte su sterrato (da ponte su torrente fino ad arrivo 1° troncone teleferica) è di fatto abbandonata, con erba alta (>1 m) e strada a volte completamente "scomparsa". O il comune di Bardonecchia fa qualcosa o la strada diventa davvero impercorribile. Inoltre il fondo sta diventando sabbioso, con i copertoni che letteralmente affondano! Da quota 1700 si spinge fino in punta. La seconda parte, fino alla punta, è in migliori condizioni, anche se il fondo originale è compromesso. Erba alta, ma almeno il tracciato è sempre visibile. Discesa con variante verso Gr. la Moutte: brrrr, meno male che i freni a disco han tenuto. L'odore di ferodo era fortissimo, la pendenza pure! Conclusione: ciclabile fino a quota 1700, poi si spinge, a volte si risale, ma non per molto. Gita molto bella e selvaggia, discesa per chi ha una bella full suspended. Se però il comune non fa qualcosa, nel giro di un paio d'anni la strada è destinata a sparire!
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Si declina qualsiasi responsabilità per eventuali errori, imprecisioni, incidenti e danni di ogni sorta
Ultimo aggiornamento: 16 ottobre 2024
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